Come scegliere i migliori ETF?

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Alla fine di questo articolo non ti suggeriremo un ETF da comprare, ma ti daremo le informazioni più importanti da considerare per prendere decisioni consapevoli e autonome su ciò che è meglio per il benessere del tuo patrimonio.
Parleremo di ETF e di come sceglierli.
Per noi italiani è importante investire il prima possibile per vari motivi: debito pubblico astronomico, pensioni poco competitive, salari non competitivi e inflazione. Gli italiani, infatti, spesso investono senza una strategia, le loro ingenti ricchezze private concentrandosi principalmente in immobili e titoli di stato, riducendo molto l’unico pasto gratis quando si parla di investimenti: la diversificazione.
Costruire un portafoglio di investimenti ben diversificato tra diverse asset class, come azioni e obbligazioni, attraverso strumenti a basso costo come gli ETF è fondamentale, ancora di più se si parla di uno strumento liquido, facile da vendere e comprare e alla portata di tutti.  Ma cosa sono e come investire in ETF?

Cosa sono gli ETF?

Prima di investire, vediamo cosa sono gli ETF.
Gli ETF (Exchange Traded Funds) sono panieri di azioni, obbligazioni o materie prime che replicano le performance degli indici sottostanti. Ogni ETF è un tipo di fondo che include un certo numero di asset, appartenenti a determinate asset class di riferimento che replicano un determinato indice, replicando la performance in maniera passiva, ovvero senza che ci sia l’attività di un gestore che compie scelte di modificare gli asset detenuti diversamente rispetto a quelli presenti nell’indice.

Ad esempio, un ETF che replica l’S&P500 è un fondo che contiene le azioni delle 500 più grandi società quotate negli Stati Uniti, nella stessa proporzione in cui sono presenti nell’indice. Pertanto, il suo rendimento sarà molto simile se non identico a quello dell’indice S&P500.
Oggi, oltre 1200 ETF sono quotati sulla borsa italiana e replicano praticamente qualsiasi indice generale o tematico esistente nel mondo finanziario.
A differenza degli ETF, i fondi attivi sono gestiti da un team di gestori professionisti che prendono decisioni attive su quali asset acquistare o vendere nel tentativo di superare il rendimento di un indice di riferimento. Questo tipo di gestione comporta costi di gestione più elevati rispetto agli ETF, che sono generalmente più economici grazie alla gestione passiva. I fondi attivi dovrebbero offrire potenziali rendimenti superiori, tuttavia la quasi totalità di questi fondi in un arco temporale superiore ai 10 anni, sottoperforma l’indice, quindi genera un rendimento addirittura inferiore rispetto ad un ETF.

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Perché gli ETF?

I vantaggi:

Costi bassissimi: Un decimo o meno rispetto ai fondi comuni di investimento.
Performance migliori: Mentre la maggior parte dei fondi attivi tentano di generare una overperformance, ma fallendo e generando molto spesso un rendimento sotto il benchmark di riferimento. Gli ETF sono pensati per generare performance che rispecchiano le condizioni di mercato semplicemente mantenendo in pancia tutte le azioni e obbligazioni utili ad ottenere questo rendimento.
Diversificazione: Con poche centinaia di euro possiamo avere un portafoglio composto da migliaia di titoli. Gli ETF, infatti, sono panieri che permettono una diversificazione migliore rispetto a qualsiasi altro strumento finanziario.
Liquidità: Sono estremamente liquidi e quindi facilmente scambiabili, in tempo reale e su qualsiasi borsa.

Come si scelgono i migliori ETF?

Ecco le informazioni fondamentali da verificare prima di comprare l’ETF più adatto a te e alla tua strategia di investimento:

1. Contenuto e obiettivo dell’ETF

Una delle informazioni più importanti è ovviamente capire cosa stiamo comprando e di conseguenza cosa è presente dentro il nostro paniere. Gli ETF infatti, possono essere divisi in primis in base agli asset che cercano di replicare. Possiamo trovare ETF azionari, obbligazionari, sulle materie prime, sul real estate e così via. Ci può essere utile anche conoscere i settori principali su cui investe, i principali titoli che replica e il tipo di esposizione a livello geografico o alla valuta.
Tutte queste informazioni sono presenti in un documento utilissimo all’investitore chiamato Key Investor Information Document o  KIID, queste informazioni sono tendenzialmente riportate anche nella scheda prodotto dell’emittente o su JustETF.
Essendo che l’ETF replica un indice di riferimento, possiamo identificarlo, in modo da comprendere qual è l’obiettivo di replica del fondo. In alcuni casi può essere molto semplice se prendiamo ad esempio un etf che replica un indice di azioni (S&P500 e FTSEMib), avrà in pancia le 500 aziende più capitalizzate negli stati uniti. In altri casi, tuttavia, può essere più complesso, ad esempio per gli ETF che replicano indici di specifiche azioni o obbligazioni con certe caratteristiche (alti dividendi, settore energy, obbligazioni governative di paesi emergenti). In base a ciò che vogliamo mettere nel nostro portafoglio, partiamo da ETF che siano facili da comprendere e siano concordi con la nostra asset allocation di riferimento.

2. Dimensione

È un’informazione importante perché esistono ETF molto grandi che nel tempo hanno raccolto decine di miliardi di dollari da investitori, e ETF nettamente più piccoli che gestiscono solo pochi milioni,un fattore che determina la dimensione è l’età dell’ETF, ma anche l’indice appunto che cerca di replicare. Possiamo aspettarci che un fondo nato da tempo e che traccia un indice particolarmente interessante (es. S&P500) abbia una dimensione elevata, infatti gli ETF che replicano vasti indici di azioni e obbligazioni sono molto grandi, mentre i fondi più piccoli sono ETF molto specifici che replicano particolari nicchie. Tendenzialmente, più un ETF è grande, più è liquido e avremo come benefici, uno spread inferiore (la differenza tra prezzo di domanda e offerta sarà piccola, riducendo il costo quando lo compriamo) e maggiore facilità nello scambio per gli alti volumi di compravendita (per ETF molto grandi il tempo di compravendita su una piattaforma di trading si riduce a pochi secondi).

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3. Costo

Questo è un aspetto importantissimo. Il rendimento degli investimenti finanziari è sempre incerto, mentre i costi sono una certezza. Tenerli il più bassi possibile è fondamentale per aumentare i nostri rendimenti nel tempo e massimizzare gli effetti dell’interesse composto (in finanza non vale il principio: spendo di più = ottengo di più). Il costo dell’ETF è indicato dalla voce TER (Total Expense Ratio), che rappresenta il costo annuo delle sue commissioni. Nel caso di grandi ETF azionari o obbligazionari, non avrete problemi a trovarne con commissioni annue dello 0,2% o meno. Un consiglio generale è di comprare ETF con commissioni non superiori allo 0,2 o 0,3% a meno di particolari ETF che tracciano asset class particolari.

4. Utilizzo dei profitti

Le azioni distribuiscono periodicamente dividendi, mentre le obbligazioni staccano le cedole. Quando possedete azioni o obbligazioni singole, nell’anno ricevete flussi di denaro da distribuzione utili o pagamento interessi per le obbligazioni. Per gli ETF ci sono quindi due politiche di gestione dei dividendi/cedole:

ETF a distribuzione: distribuiscono flussi di denaro man mano che le azioni o obbligazioni presenti nell’ETF staccano dividendi o cedole.
ETF ad accumulazione: reinvestono direttamente i dividendi e le cedole.

Verificate che l’ETF che volete comprare sia ad accumulazione o a distribuzione in base ai vostri obiettivi. In una fase di accumulo del patrimonio potrebbe convenire scegliere ETF ad accumulazione, perché i profitti vengono reinvestiti e quindi l’interesse composto si applica su una base più ampia, cosa che non accadrebbe se si staccano periodicamente quote dal vostro capitale sotto forma di dividendi e cedole. Dal punto di vista fiscale, almeno in Italia, è più efficiente perché finché non incassate dividendi o cedole ma le reinvestite, non pagherete le tasse sul capital gain del 26%. Per effetto di entrambi questi fattori il vostro patrimonio crescerà più velocemente con ETF ad accumulazione. Se invece siete in una fase più avanzata della vostra vita o volete flussi di reddito costanti derivanti dai vostri investimenti, allora ha senso avere ETF a distribuzione per ricevere periodicamente dei flussi di denaro (come vivere di rendita).

5. Valuta del sottostante

Il sottostante è la valuta che l’ETF intende replicare. Come investitori retail compriamo ETF su borsa italiana, ma la valuta dell’indice sottostante potrebbe essere diversa (S&P500 sarà in dollari), esponendoci al rischio valutario: il rendimento dell’ETF non sarà legato solo al rendimento dell’indice, ma anche alle fluttuazioni nel cambio tra la valuta in cui ho comprato l’ETF e la valuta in cui è prezzato il sottostante (spesso in dollari). Se si tratta di euro e dollari, nel lungo termine non ci sono problemi: sono valute forti e piuttosto stabili e le fluttuazioni nel lungo periodo si compensano. Alcuni ETF offrono la “copertura valutaria” che si trova direttamente nel nome dell’ETF con la dicitura EUR HEDGED: significa che la società che emette l’ETF garantisce dal rischio di cambio, quindi annulla gli effetti del cambio valutario. Attenzione, però, perché di solito questi ETF hanno costi maggiori.

6. Modalità di replica

Un ETF replica un indice di azioni, obbligazioni, materie prime o altro copiando la performance dell’indice sottostante. Come fa a copiare? Ci sono due modi:

Replica fisica: La società che emette l’ETF acquista azioni, obbligazioni o altri asset che compongono l’indice. Un ETF che replica l’S&P500 con replica fisica possiede azioni di tutte le 500 società dell’indice nella proporzione che riflette il peso di ognuna nell’indice. La replica fisica può anche essere ulteriormente divisa in replica totale e a campionamento, in base al rapporto con cui viene replicato il sottostante.
Replica sintetica: La società che emette l’ETF stipula un contratto derivato con una controparte terza che garantisce i rendimenti del sottostante. In pratica, nel secondo caso ci sarà un costo più basso ma con un rischio più alto (se la controparte terza dovesse fallire, il valore dell’ETF ne risentirebbe). Dove possibile, prediligete una replica fisica.

Questi sono i principali elementi da tenere in considerazione quando si considera di acquistare un ETF. Non esistono comunque ETF necessariamente migliori di altri, ma tutto parte dalle esigenze e dagli obiettivi propri della persona.
Gli obiettivi che hai sono sempre la base di partenza per qualsiasi pianificazione, perché permettono di definire un orizzonte temporale e di conseguenza una asset allocation coerente.

La scelta degli ETF arriva alla fine, una volta definita l’asset allocation del proprio portafoglio obiettivo, si valutano gli ETF più adatti per comporlo.

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